Tensione e preoccupazione. E’ questa l’aria che, da giorni, si respira in paese per l’arrivo di donne richiedenti asilo politico. E non potrebbe essere altrimenti in un Comune di poco più di 4 mila abitanti e che alle ultime elezioni politiche ha visto trionfare la Lega Nord con oltre 600 voti.
Sono quindici e di origine Nigeriana. Due sono già mamme e hanno con sé i propri figli di 6 mesi e due anni. Alloggiano in una casa su tre piani in via Perino, una via che sale verso il centro storico medievale. La casa di proprietà di un privato è fornita di ogni comodità: stanze da tre letti ciascuna, quattro servizi igienici e un ampio giardino. Le donne arrivate in paese già da qualche giorno, sono gestite dalla cooperativa “Liberi Tutti”, locataria dell’immobile.
Per tranquillizzare la popolazione il sindaco Marco Formia supportato dalla sua giunta, martedì sera, ha voluto incontrare i cittadini in sala consiliare. All’invito hanno risposto in tanti, oltre sessanta i presenti. “Come verranno integrate?”, “Quanto rimarranno in paese?” sono state le domande più frequenti sottoposte al sindaco. Cittadini, probabilmente vicini di casa, preoccupati per la mancanza di rispetto della quiete pubblica, specialmente nelle orari serali.
“Mi rendo conto che la gestione di questo fenomeno è un problema, ma si tratta di un’emergenza. Sia ben chiato però che l’amministrazione non ha alcuna intenzione di creare un ghetto.
Per questo vi chiedo tollerenza e collaborazione. In fin dei conti si tratta di persone che scappano dalla loro terra”, si è raccomandato il primo cittadino Marco Formia.
Le migranti arrivate a Mazzè non fanno parte di una nuova ondata di sbarchi, bensì provengono da Montalenghe dove hanno vissuto negli ultimi due anni (qui erano oltre sessanta ndr). Il trasferimento a Mazzè, così come in altri comuni del Canavese, è previsto da un protocollo d’intesa firmato da sindaci, Prefettura di Torino e Ciss-ac (Consorzio di assistenza sociale) per limitare l’accoglienza.
Il documento valido fino al 31 dicembre 2018 prevede, infatti, l’accordo di ricevere un numero massimo di 150 profughi equamente distribuiti nei ventun comuni del Consorzio. Inoltre, l’accordo prevede anche di ridistribuire i migranti già ospiti in Canavese.
Prudente il coordiantore della Lega
E’ un commento prudente, quello di Franco Alberto, coordinatore del circolo della Lega Nord di Caluso e Mazzè: “Si tratta di un ottimo accordo, ma le amministrazioni comunali devono essere in grado di farlo rispettare. Mi auguro che Marco Formia faccia attenzione affinchè non arrivino altri migranti” dichiara Alberto mettendo i punti fermi su uno dei temi che stanno più a cuore al partito che rappresenta.