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CALCIO A 5. Il Real Canavese ha grandi ambizioni

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Dopo un’estate vibrante, caratterizzata da una campagna rafforzamenti di spessore e da alcune novità assolute, come la nascita di una squadra femminile, l’inizio di stagione del Real Canavese è di quelli da incorniciare. La prima squadra biancoblu, affidata in panchina al giovane tecnico Berardi e reduce da buone prestazioni offerte nelle amichevoli estive contro Castellamonte, Borgonuovo e L84, tutte formazioni di categoria superiore, centra due bei successi nei primi impegni ufficiali: 5-1 alla Pro Vercelli nell’impegno casalingo valevole per la Coppa Italia di serie C e 6-3 all’Eporedia nell’esordio interno del campionato di serie C2. Contro la Pro Vercelli, i neo acquisti Paolo Prudente e Siviero, protagonisti rispettivamente di una tripletta e una doppietta, permettono al Real Canavese di “vendicare” la sconfitta rimediata nella finale della scorsa Coppa Piemonte. Mister Berardi, a fine partita, predica calma: “Dobbiamo lavorare parecchio, il leit motiv di tutta la stagione sarà quello di affrontare squadre chiuse contro cui si farà fatica ad entrare. Dobbiamo imparare a gestire meglio le partite, con più tranquillità; mi aspetto molto da chi entra: dovrà meritare di dimostrare quei minuti per averne di più. Stasera potevamo segnare di più e abbiamo concesso qualcosa di troppo a loro”.
E’ sempre il Palasport di Arè di Caluso a fare da cornice al debutto in campionato, vinto per 6-3 al cospetto dell’Eporedia, compagine l’anno passato in serie C1. Le doppiette del solito Prudente e di Silvestri, oltre alle reti di Peruzzo e Morrone, consentono ai biancoblu di Berardi di piegare un avversario ostico e battagliero come quello degli oranges, capace di impensierire non poco i padroni di casa, soprattutto nella prima frazione di gioco.
Due vittorie importanti, che infondono fiducia nei propri mezzi in questa squadra, costruita dal direttore sportivo Sinopoli con l’intento di recitare un ruolo da protagonista in serie C2. Come anticipato in apertura, però, in casa Real Canavese tutti i riflettori non sono puntati esclusivamente sulla prima squadra maschile, visto che da questa stagione il sodalizio canavesano schiererà al via del campionato di serie C un team femminile. Una novità assoluta, ben accolta da tutto l’ambiente biancoblu, come confermano i buoni riscontri derivanti dalla partecipazione al torneo di Cavagnolo. Un progetto interessante, come tutto quello messo in piedi dal Real Canavese, realtà che vuole fare sempre meglio nel panorama piemontese del futsal.

 

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MAZZE’. Non le versano da bere al bar e chiama i carabinieri

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carabinieri

Al bar non le servono più da bere e lei chiama i carabinieri allo scopo di convincere il barista a versarle ancora dell’alcol. Ma all’arrivo dei militari e accertato che nessuno le riempiva più il bicchiere ha iniziato ad insultare per poi picchiare con calci e pugni i due militari in forza al nucleo radiomobile della Compagnia di Chivasso. Pamela T., 42 anni, di Mazzè è stata arrestata per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Processata per direttissima, il giudice del Tribunale di Ivrea ha convalidato l’arresto condannandola a 6 mesi con la condizionale.

 

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MAZZE’. Maria Crusca entra in consiglio

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Maria Crusca, già assessore a Caluso nella Giunta di Marco Suriani, è il nuovo consigliere comunale. Prende il posto dell’assessore alla Scuola ed al Sociale Maria Carla Monti dimessasi per motivi personali. La surroga è avvenuta venerdì pomeriggio quando Maria Crusca si è seduta tra le fila della maggioranza. Il sindaco Marco Formia nell’augurare il benvenuto al nuovo consigliere, ha ringraziato per l’opera sin qui svolta Maria Carla Monti. Resta ancora da sciogliere il nodo deleghe in Giunta. In ballottaggio per il ruolo di assessore ci sono Lorena Formia e, appunto, Maria Crusca.

 

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MAZZE’. A fuoco sottotetto di una casa in frazione Tonengo

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Paura per un incendio divampato nel sottotetto di Chivasso na casa in costruzione in Strada Cascina Madonna in frazione Tonengo. E’ accaduto poco prima delle 16 e in pochi minuti le fiamme hanno già divorato alcuni metri quadrati del tetto. Al lavoro ci sono diverse squadre dei vigili del fuoco. Per fortuna non ci sono vittime. La famiglia glielo a che vive al piano terreno e’ salva.

 

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MAZZE’. Condannato ad un mese ex presidente Ivrea Calcio

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Potrebbe cavarsela con la prescrizione. Ma intanto, in primo grado, Gianluca Actis Perino, 42 anni, conosciuto soprattutto per essere l’ex Presidente dell’Ivrea Calcio, è stato condannato ad un mese di reclusione. Questa la sentenza pronunciata dal Ludovico Morello del Tribunale di Ivrea mercoledì scorso, al termine di il processo per un infortunio sul lavoro risalente al lontano 2009.

Sul banco degli imputati, oltre ad Actis Perino (difeso dagli avvocati Claudio D’Alessandro e Marina Tonso) si trovava anche l’architetto Massimo Bonifanti, 51 anni (difeso dall’avvocato Carlo Ardissono del Foro di Ivrea), coordinatore della sicurezza di tutto il cantiere, che è stato invece assolto. Entrambi dovevano rispondere dell’accusa di lesioni personali colpose con l’aggravante della violazione delle norme per la sicurezza sui luoghi di lavoro.

Un operaio di origine rumena, Ion Mihalescul, aveva riportato fratture al capitello radiale sinistro (ossia al gomito), giudicate guaribili in un periodo superiore ai 40 giorni, a causa dell’urto col pavimento, dopo essere caduto da una volta di un antica villa del ‘700, di proprietà del Comune di Mazzè, che ne aveva commissionato la ristrutturazione.

Actis Perino è finito sotto processo in qualità di legale rappresentante legale della Sicet, società che aveva vinto l’appalto, e a sua volta aveva subappaltato la ristrutturazione del tetto in economia alla ditta Langella, specializzata nel settore, datrice di lavoro dell’infortunato (il titolare aveva già patteggiato la pena).

Durante l’ultima udienza, presso l’aula penale del tribunale eporediese, era stata sentita la persona offesa che oggi risiede in Romania e non ne vuol più sapere di tornare in Italia, ed i consulenti delle parti.

Secondo l’accusa il Pos (Piano Operativo della Sicurezza) era troppe generico. Secondo la difesa, invece, i dettami della sicurezza erano stati rispettati: l’operaio avrebbe dovuto muoversi sul ponteggio esterno, invece era saltato sulla volta a botte sottostante per posizionare delle attrezzature ed era caduto al piano di sotto. Ecco perché i legali D’Alessandro e Tonso annunciano ricorso in appello.

 

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MAZZE’. Pronto il pacchetto sicurezza con nuove telecamere

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marco formia

In arrivo il “pacchetto sicurezza” da 20 mila euro. Si tratta solo di una prima tranche di soldi investiti dall’amministrazione comunale per l’installazione delle telecamere. Il progetto prevede 17 impianti di videosorveglianza di cui 15 già installati. Per completare l’opera ne mancano un paio: una telecamera all’ingresso di frazione Casale arrivando da Rondissone; l’altra a Tonengo provenendo da Chivasso. Per l’installazione di queste due, l’amministrazione comunale deve acquistare due pali in ferro su cui poter posizionare l’impianto.

Gli altri occhi elettronici, invece, sono già accesi. Una telecamere è stata posizionata all’ingresso del paese verso Caluso; l’altra verso Villareggia. 

Gli altri impianti controlleranno i due cimiteri: Mazzè e frazione Tonengo, tutte le scuole e le piazze.

Le telecamere sono collegate con la caserma dei Carabinieri di Caluso in modo che i militari potranno visionarle ventiquattro ore su ventiquattro – spiega il sindaco Marco Formia -. I luoghi in cui sono state posizionate, del resto, sono stati identificati in collaborazione con l’Arma. Si tratta di un progetto a cui io e la mia amministrazione credevamo molto. Credo che la sicurezza dei cittadini venga prima di ogni altra cosa e lo dimostra la recente ondata di furti che qualche settimana fa ha toccato alcune cascine. C’è apprensione e noi dobbiamo intervenire”.

Ma non solo furti. Il sindaco Marco Formia ci tiene a presentare anche un secondo progetto, quello legato alla limitazione delle truffe agli anziani e alle persone deboli: “Sempre in collaborazione con i carabinieri ho in mente di organizzare una serata, magari qui in Municipio. Ho chiesto al capitano della Compagnia di Chivasso Pierluigi Bogliacino di spiegare ai mazzediesi come difendersi dai truffatori. Non ho ancora fissato la data, ma conto di organizzare la serata entro la fine del mese”.

 

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MAZZE’. All’azienda Santa Clelia l’Erbaluce con uve coltivate biologicamente

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Ora si potrà bere anche l’Erbaluce prodotto da uve biologiche. A produrlo nell’azienda Santa Clelia è Sergio Dezzutto con la moglie Gabriella. “Da due anni siamo in conversione biologica. Processo che terminerà solo nel 2018 – spiega Sergio Dezzutto – Una scelta che io e mia moglie abbiamo fatto impegnandoci a trattare le vigne solo più con rame e zolfo. Si cambia il modo di lavorazione abolendo i prodotti chimici per un maggior rispetto del frutto e un minor inquinamento. Del resto la nostra filosofia prevede attenzione e rispetto per la terra, ricercando, attraverso la purezza”.

Tracciando un bilancio della vendemmia appena conclusa, Sergio Dezzutto può ritenersi più che soddisfatto dal punto di vista della qualità. Un po’ meno dal punto di vista della quantità, soprattutto per colpa della peronospora che ha influito per circa un 30 per cento in meno della produzione. “Nonostante ciò siamo riusciti a raccogliere 600 quintali di Erbaluce. In media imbottigliamo 50 mila bottiglie”.

L’Azienda Vitivinicola Santa Clelia è attiva dal 2000 e si trova in Regione Rossana di Mazzè sul confine dei comuni di Mazzè e Caluso. Si coltiva prevalentemente Erbaluce e in minima parte uve a bacca rossa (barbera, freisa e bonarda). Si vinifica anche il pregiato Nebbiolo di montagna Carema Doc in una piccola ed esclusiva produzione destinata ad lungo invecchiamento.

 

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MAZZE’. La centrale sulla Dora Baltea frutterà 286 mila euro

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mazze

La centrale idroelettrica sulla Dora Baltea risultava sconosciuta alle casse comunali. Non siamo nel campo dell’evasione fiscale. Per carità. Ma quella centrale di proprietà della Regione Piemonte e gestita dal bacino Ovest Sesia, risultava al catasto classificata nella categoria degli “Impianti non produttivi” e perciò non pagava l’Imu.

Da oggi, invece, è diventata una risorsa. Grazie al sindaco Marco Formia, che insieme all’ufficio tecnico del Comune di Mazzè, ha effettuato alcune verifiche catastali riclassificando quell’impianto nella categoria “Impianti produttivi”. L’accertamento ha riguardato gli anni dal 2011 ad oggi e ha permesso di introitare 286 mila euro di Imu, soldi che la coutenza si è impegnata a versare a rate.

L’annuncio è stato dato dal primo cittadino mercoledì sera nella sala consiliare, durante una serata organizzata con i cittadini. Una riunione promossa per spiegare alla popolazione quanto sin qui è stato fatto dall’amministrazione mazzediese.

In quella sede il primo cittadino ha raccontato tutte le operazioni finanziarie affrontate e portate a termine. “Quando ci siamo insediati il Comune di Mazzè aveva un indebitamento pari a 6 milioni e mezzo di euro – ha spiegato – e siamo riusciti a ridurlo a 5 milioni e 400 mila. Entro la fine del mandato contiamo di scendere fino a 2 milioni di euro. Nonostante queste cifre potremmo ancora indebitarci fino al 10 per cento ma abbiamo deciso di non scegliere più questa strada perchè annualmente rimborsiamo mutui passivi pari a 330 mila euro”.

Durante la serata è stato anche affrontato il tema investimenti. L’amministrazione ha acquistato da Enel Sole tutti i pali dell’illuminazione pubblica, circa 1.200 su tutto il territorio.

Un acquisto necessario per sostituire tutte le lampadine con luci a Led e usufruire di un risparmio annuo pari a 15 mila euro sulla bolletta della luce. Inoltre il sindaco ha annunciato l’acquisto di un nuovo pulmino per lo Scuolabus e un’auto per il trasporto disabili da affidare all’associazione “Ancora”.

 

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MAZZE’. Vandali danneggiano il Borgo Medievale

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La facciata del vecchio municipio imbrattata con un mattone, un paio di lampadine rotte e un muretto in pietra divelto. Non sembra esaurirsi l’escalation di vandalismo. La meta preferita dei writers è il Borgo Medievale, la parte alta del paese.

Si tratta di un gruppetto di 4 o cinque ragazzini tutti di età compresa tra i 13 e i 16 anni.

“Li abbiamo già individuati attraverso le telecamere – a dare l’annuncio è il primo cittadino Marco Formia -. Per il momento ho presentato solo una denuncia contro ignoti presso la stazione dei carabinieri di Caluso. Ma vorrei convocare in Municipio le famiglie per cercare di coinvolgere mamma e papà in un’operazione educativa. Qui si sta davvero esagerando e gli episodi iniziano davvero ad essere un po’ troppi. A cominciare dall’incendio, un anno fa, del portone in legno della Chiesa. E per concludere la scorsa settimana quando, questa volta nella piazza del Municipio, ho sorpreso un ragazzino che con un accendino stava cercando di incendiare un manifesto elettorale. Ogni settimana si compiono atti di vandalismo che non si possono più tollerare. In particolare le attenzioni sono rivolte proprio al centro Medievale, facilmente raggiungibile in sella ai motorini. Qui, i gruppi di ragazzini, pensavano davvero di essere i padroni e distruggono i beni della collettività. E la cosa inizia davvero ad infastidirmi”.

 

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MAZZE’. Pensionato travolto da un trattore, è gravissimo al Cto

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Elisoccorso

Travolto da un trattore mentre passeggia sul ciglio della strada, è gravissimo al Cto di Torino. Un pensionato di 83 anni, R. M., residente a Mazzè, è ricoverato in prognosi riservata e sta lottando tra la vita e la morte. L’incidente risale a ieri pomeriggio lungo la Provinciale che dal centro del paese conduce in frazione Barengo, all’altezza del cimitero. Alla guida del mezzo agricolo G. B., 65 anni, anche lui di Mazzè. La dinamica è al vaglio dei carabinieri. Sul posto per i soccorsi è atterrato l’elisoccorso.

 

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MAZZE’. Festeggiati i 102 anni di nonna Marianna

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La sala addobbata con palloncini rosa, gialli e verdi. Una festa davvero speciale quella organizzata ieri pomeriggio, lunedì 30 gennaio, alla casa di riposo “La quiete dei Principi” in occasione dei 102 anni compiuti da Marianna Barengo, ospite dal 2006. Due torte di mele, un cabaret di pasticcini e tanto buon umore. Sono stati gli ingredienti per un pomeriggio gioioso trascorso anche con tutti gli ospiti dell’elegante casa di riposo situata sulla collina mazzediese, a pochi passi dal Castello Medievale.

Per il taglio della torta ad aiutarla la coordinatrice del personale Tania Colombo e Khadija Tahir, una delle dipendenti della struttura e che ogni giorno si prendono cura della nonnina.

Marianna Barengo è nata a Ginevra il 27 gennaio del 1915. Dopo pochi anni trascorsi in Svizzera ha poi vissuto a Vische. Di professione ha fatto la sarta a Torino. Vedova e senza figlia, l’unica a venirla costantemente a trovare è la nipote Paola.

Nella struttura voglio tutti davvero un gran bene a Marianna Barengo. Il segreto della sua longevità è stato decisamente l’aria buona di campagna respirata insieme ad un’alimentazione equilibrata. E con il passare degli anni non ha certo modificato le sue abitudini alimentari: “Mangia tutto – racconta il personale della casa di riposo -. Anzi, dobbiamo fare attenzione quando la sediamo davanti al tavolo perchè oltre a quel che c’è nel suo piatto mangerebbe anche dell’altro”.

E mentre operatrici e ospiti le cantavano gli auguri, nonna Marianna iniziava ad assaggiare la torta con le dita…

 

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MAZZE’. Illuminazione e parcheggi, lo chiedono i commercianti di Tonengo

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Una migliore illuminazione e più parcheggi. Sono le due priorità richieste dai commercianti di frazione Tonengo. Nel periodo invernale via Garibaldi, che taglia in due il centro, alle 17 è buio. I lampioni presenti non riescono ad illuminare a dovere e le vetrine dei negozi, ormai rimaste poche, non bastano per garantire quel senso di luminosità. Le attività commerciali stanno lentamente scomparendo: il supermercato ha chiuso, il panettiere fa solo mezza giornata e un altro paio di attività commerciali hanno abbassato definitivamente la saracinesca.

A puntare il dito è Stefania De Marco, 43 anni, titolare di “Blu Profuni”, che nella giunta scorsa guidata da Teresio Comerro siedeva in consiglio comunale: “Sinceramente via Garibaldi è buia. E il sindaco questo lo sa. Ha promesso che interverrà per sostituire l’illuminazione pubblica presente con una molto più potente. Speriamo. E poi c’è il problema dei parcheggi. Lungo via Garibaldi gli stalli sono davvero pochi e il piazzale ricavato dove c’era il vecchio asilo non è adeguatamente sfruttato. Se si vuole evitare che la frazione muoia è bene che l’amministrazione comunale intervenga. E al più presto. Per quanto riguarda il mio negozio posso ritenermi fortunata. Il mio settore va abbastanza avendo fidelizzato la clientela con prodotti di nicchia”.

A farle da eco è Susanna Roccasoprana, 57 anni, da oltre trent’anni titolare della merceria. “Al di là dei soldi che mancano, qui lungo la via c’è bisogno di una nuova e più potente illuminazione. Anche perchè garantirebbe una maggior sicurezza. Se transiti per la via dopo una certa ora inevitabilmente avverti una sensazione di abbandono. Per quanto riguarda la mia attività, io sono già fortunata a non dover pagare l’affitto essendo i locali di mia proprietà. Mi immagino chi non ha questa fortuna. Prova ne è che molti hanno chiuso bottega”.

Sarò costretta a vendere ai cinesi. Gli unici che posso permettersi di pagare in contanti. Così è difficile andare avanti” più netta Paola Eusebio, 52 anni, che insieme alla figlia Elisabetta Berton, 26 anni, gestisce la tabaccheria e ricevitoria, un’attività tramandata negli anni. “Mi associo con quanto hanno detto le mie colleghe: via Garibaldi è troppo buia e mancano i parcheggi. E poi, aggiungo, gli automobilisti sfrecciano anche ad oltre 100 allora. Un problema che va ad aggiungersi agli altri…”

 

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MAZZE’. Formia: “Risolveremo il problema delle auto in centro”

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marco formia
Quattro chiacchiere con il sindaco di Mazzè Marco Formia.
Cosa significa amministrare una realtà come Mazzè?
Innanzitutto bisogna definire la “realtà di Mazzè”. Il nostro è un paese grande tra i paesi piccoli: è un comune di circa 4500 abitanti, ossia ancora sotto la soglia fatidica dei 5000, quella che fa scattare una serie di dinamiche, e questo per gli amministratori e i tecnici ha una rilevanza molto significativa.
Il paese, poi, è suddiviso in due nuclei principali, Tonengo e Mazzè, che hanno più o meno le stesse dimensioni. Questa caratteristica comporta che tutto sia doppio, e dal punto di vista amministrativo è abbastanza complicato, in quanto bisogna fare le stesse cose almeno due volte, se non di più, considerati anche i borghi. Inoltre, è un paese molto distribuito sul territorio: copre ventisei chilometri e ciò implica l’avere un’endemica carenza di risorse. Negli ultimi anni i trasferimenti da parte dello Stato centrale si sono praticamente annullati e noi viviamo con le nostre forze. Le entrate sono prevalentemente composte da Imu e addizionale Irpef: con queste dobbiamo sostenere il bilancio. Alla luce di questo è ovvio che non si possano più avviare grandi opere, però noi siamo abbastanza solidi dal punto di vista amministrativo ed economico.
La criticità più urgente di Mazzè?
I trasporti. Noi, non avendo la ferrovia, abbiamo una certa difficoltà a collegarci con Caluso, che è il nostro punto di riferimento per i servizi, e Chivasso. Abbiamo una linea di pullman, ma abbastanza debole. 
Di questo problema, ne stiamo discutendo con la Regione e la Città Metropolitana: d’altronde, da quando hanno ripartito tutto il territorio in aree metropolitane noi abbiamo scelto di appoggiarci a Chivasso anziché Ivrea, come sarebbe accaduto fino a qualche anno fa, quando eravamo più orientati culturalmente verso l’eporediese. 
Il problema è che in questo momento di carenza di risorse, il potenziamento dei trasporti ha un’incidenza economica abbastanza importante. 
Poi è ovvio che ci siano problemi su altri fronti: tra questi, la riduzione della velocità, su cui stiamo lavorando. Mazzè è tagliata in due da due provinciali su cui le auto sfrecciano molto velocemente, e per noi rappresenta un problema di complessa soluzione. 
Perché complessa? E come intende risolverlo?
E’ complesso in quanto i presidi per ridurre la velocità devono conciliarsi con il codice della strada. Stiamo presentando dei progetti, li stiamo discutendo in Città Metropolitana e, in caso di approvazione, abbiamo già trovato delle risorse per realizzarli. C’è però un problema aggiuntivo, una considerazione da fare: da quando faccio il sindaco mi sono accorto che le dinamiche pubbliche hanno dei tempi di realizzazione lunghissimi. E’ proprio il sistema, a essere complesso, in questo caso quello degli appalti. E’ però un problema che hanno tutti e che noi stiamo cercando di affrontare.
Secondo lei qual è la ricetta per rilanciare il paese?
Il mio paese, come tutti quelli di questa zona, ha perso la vocazione industriale. L’occupazione, qui, era trainata dalla Lancia di Chivasso, dalla Olivetti di Ivrea e dalle varie industrie del calusiese. Nella nostra zona c’è più che altro agricoltura. Per cui, il mancato sviluppo non dipende esclusivamente da noi, bensì dal “paese Italia”. Quello che si può fare, e per il quale ci stiamo impegnando, è un salto di qualità dal punto di vista turistico e dell’agricoltura.
Mazzè è un paese che ha la pianura, la Valle della Dora, la collina dell’Erbaluce: di fatto abbiamo gli strumenti per potenziare il turismo. Questo vuol dire anche riuscire a creare le condizioni per creare punti di ristoro e posti letto. Noi abbiamo anche questa carenza qui, e stiamo lavorando sul piano regolatore per far sì che si possano creare strutture in grado di ospitare flussi un po’ significativi.
Com’è il rapporto con le associazioni?
Da quando ci siamo noi, abbiamo instaurato un ottimo rapporto con le associazioni, le quali svolgono un ruolo importantissimo per mantenere tutti quei servizi che noi non siamo in grado di garantire. Per esempio, abbiamo un’ottima associazione, chiamata Ancora, che si occupa di trasporto e prenotazioni per chi ha necessità di andare in ospedale o far visite. E’ un servizio molto interessante: noi abbiamo offerto dei mezzi all’associazione, ma gestiscono loro il tutto.
C’è una pro-loco che collabora su molti fronti, poi la banda, gli alpini…diciamo che si è creato un clima di solidarietà che io ritengo molto positivo.
A proposito di solidarietà: Mazzè si è contraddistinta per l’alto numero di sottoscrizioni alla raccolta fondi per il comune terremotato di Preci…
Ho incontrato il sindaco di Preci sabato scorso, a Villareggia. Effettivamente, il nostro è stato tra i comuni che ha raccolto più fondi. Non mi stupisce, perché quella di Mazzè è una comunità molto solidale. Quando è stata sollecitata per qualcosa non si è mai tirata indietro, e la dimostrazione è nel fatto, per esempio, che abbiamo una protezione civile numerosissima, con circa trenta persone che prestano il loro tempo e impegno per questo servizio. Di fatto, la solidarietà è la caratteristica della nostra comunità. 
Quali sono i progetti e le speranze per il futuro del paese?
Tra i progetti c’è, come ho detto, quello riguardante la riduzione della velocità, ma non solo. Vogliamo riqualificare l’illuminazione pubblica di tutti i centri di Mazzè -lavoro che è già stato avviato e dovrebbe concludersi in tempi ragionevoli- e incentivare il turismo e l’agricoltura. Queste sono le cose principali, tutto il resto dipende da come andrà “l’azienda Italia”, non Mazzè. Noi, da questo punto di vista, chiaramente subiamo i contraccolpi di quello che arriva.
Una considerazione personale sul suo impegno da primo cittadino?
Io ho fatto il sindaco “neofita” e devo ammettere che è un lavoro molto impegnativo, ma che offre grandi soddisfazioni. Quello che ho notato è che è un lavoro a tempo pieno. Io sono ancora in età lavorativa e non è sempre facile far conciliare l’impegno da sindaco con quello di lavoratore. Forse è questa la parte più complessa, e per questo ringrazio i miei collaboratori e tutti coloro che stanno prestando molto del loro tempo in nome del bene collettivo.
Lo rifarebbe?
Non è questione di rifare o non rifare. Non lo rimpiango. A volte, forse, pensavo che fosse un po’ più facile: credevo ci fossero un po’ più mezzi e ci fosse più collaborazione con le istituzioni sovracomunali. Siamo in un periodo in cui le risorse sono proprio centellinate e bisogna camminare con le proprie gambe, ma è questione di periodo storico, non una colpa imputabile a qualcuno.
 

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MAZZE’. Claudio Confortin arrestato per detenzione ai fini di spaccio

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Detenzione ai fini di spaccio. Con questa accusa Claudio Confortin, 40 anni, residente a Mazze’, e’ stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Chivasso. Questa mattina e’ comparso davanti in Tribunale a Ivrea per l’udienza di convalida e il giudice ha convalidato l’arresto. Durante la perquisizione nella sua abitazione, all’interno i una cascina alle porte del paese, i militari hanno trovato 164 grammi di hashish, due bilancini di precisione, un coltellino e 400 euro. Sequestrato anche un bigliettino sul quale erano annotati nomi propri di potenziali clienti.

 

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MAZZÈ. Travolge cognato con l’auto, indagato per omicidio

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Condanna

La procura di Ivrea ha iscritto nel registro degli indagati un pensionato di 77 anni per omicidio colposo. L’uomo, nel pomeriggio del 7 maggio, al volante di una Fiat Panda ha investito il cognato, Rino Schizzerotto, 80 anni di Mazzè. L’incidente si è verificato in via Rondissone, frazione Casale. Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, il 77enne avrebbe perso il controllo dell’auto uscendo dal cortile dell’abitazione. Il mezzo avrebbe schiacciato contro un muro il parente che è poi deceduto, il martedì successivo, al Cto di Torino.

 

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MAZZÈ. Borse di studio a Tonengo!

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Festa delle eccellenze al Palaeventi di frazione Tonengo organizzata mercoledì pomeriggio dalla scuola media Guido Gozzano di Caluso.

Sono state consegnate le borse di studio e gli attestati di eccellenza relative a 6 borse di studio Regis con un contributo per l’acquisto libri alle famiglie dei ragazzi che si sono distinti per impegno e serietà: Giada Gaio, Alessio Condo, Dennis Drughe, Isabella Mattiazzi, Naomi Debrasi e Cristiano Bonifacio.

Consegnata una borsa di studio della Fondazione “Rita Levi Montalcini” relativa alle attività di orientamento sulle classi seconde (incontri con figure professionali diverse) a Camilla Pavone della scuola media di San Giusto Canavese.

Lo studente Andrea Damosso della scuola media di San Giusto Canavese si è aggiudicato la borsa di studio in ricordo del Maggiore dell’aereonautica militare Alessandro Dotto originario di San Giusto e che morì nei cieli di Ascoli Piceno durante una esercitazione.

Sono stati consegnati inoltre 71 attestati di eccellenza assegnati agli allievi con media superiore al 9. Circa 30 attestati ad allievi che si sono particolarmente distinti per impegno e entusiasmo nelle attività extracurriculari su progetti specifici.

Sono stati consegnati circa 200 attestati per le lingue: 70 certificazioni Trinity (inglese), 27 certificazioni KET (inglese), 46 certificazioni DELF (francese), 30 attestati di frequenza corso di spagnolo presso IIS Martinetti di Caluso, 4 attestati di frequenza corso di russo presso L’Istituto Piero Martinetti di Caluso e 10 attestati di frequenza corso di tedesco presso L’Istituto Piero Martinetti di Caluso.

 

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MAZZE’. Iniziano le riprese de “Il tesoro di Ypa”

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Un sodalizio tra associazioni per realizzare un film d’avventura che promuove il Canavese partendo dalla leggenda forse più conosciuta di queste terre, quella della Regina Ypa.

Sarà un lavoro firmato da Roberto Gillone quello che ha visto il suo primo ciak presso l’azienda agricola Santa Clelia di Mazzè.

Gillone, già noto in Canavese per aver realizzato come regista diversi lungometraggi amatoriali incentrati prevalentemente sul territorio di Vische, ha sposato la proposta fatta dall’Associazione Via Romea Canavesana.

“Promuovere il territorio è tra i compiti dell’associazione Natura & Paese – dice Gillone, presidente del sodalizio di Vische – e siamo assolutamente in linea con le idee della “Via Romea”, alla quale abbiamo aderito fin dalla sua fondazione nel 2009”.

Il lavoro si propone di presentare il territorio canavesano in alcuni dei suoi aspetti meno consueti. Ecco l’elenco in ordine alfabetico, di alcune delle località in cui avrà luogo la storia: Brosso, Candia Canavese, Mazzè, Pavone Canavese, Vische

Qualche scena verrà girata anche a Torino.

“L’idea di realizzare un film basato sulla leggenda della Regina Ypa venne lanciata qualche anno fa dall’amico Sandro Frola – il musicista che realizzerà la colonna sonora del film – ma solo lo scorso anno provai ad ampliare l’idea iniziale e la proposi a Roberto Gillone, il quale mi spronò a realizzare una sceneggiatura vera e propria… ed eccoci qui!”, racconta Danilo Alberto, presidente dell’associazione Via Romea Canavesana. “Siamo tutti volontari con esperienze amatoriali nel campo della fotografia e delle riprese video, ci unisce il pensiero che il territorio meriti la nostra attenzione e valorizzazione. Contiamo sull’abilità di Gillone affinché ne nasca un prodotto da presentare ad un pubblico curioso e attratto da quest’idea un po’ particolare, certo ci vorrà del tempo per completare il progetto!”.

“Puntare sull’avventura unita alla leggenda accende la fantasia di chi segue le vicende sullo schermo, credo possa davvero avere presa sugli spettatori”, ribadisce Gillone.

E la leggenda c’è eccome, la regina Ypa rappresenta un mito comune ad una gran parte dei paesi che corrono lungo l’anfiteatro morenico di Ivrea; la leggenda fa da giusto contraltare alla storia locale, tutt’altro che trascurata dal progetto, certo in alcuni punti romanzata ma mai umiliata o relegata al ruolo di comparsa.

La troupe è composta da 14 persone ed 8 saranno gli interpreti con ruoli principali.

 

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MAZZÈ. Formia duro: “Anzola? Doveva dimettersi”

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Il consigliere Stefano Anzola esce dalla maggioranza per entrare nel “Gruppo Misto”. Una decisione maturata recentemente, da addebitare alla mancanza di condivisione con il gruppo al governo del paese e, in particolare, con il sindaco Marco Formia.

Per coprire la propria mediocrità, Formia continua a raccontare cose non vere, a cominciare dai conti che avrebbe ereditato dalla precedente amministrazione, giustificando così l’aumento del 2 per mille dell’Imu avvenuto nel 2014 – inforca l’ex consigliere di maggioranza -. Negli ultimi due anni il bilancio consuntivo presenta un avanzo di amministrazione libero disponibile pari a 400 mila euro e con questo risultato non ha ridotto la tassazione locale ne l’indebitamento attraverso l’estinzione dei mutui con i tassi d’interesse più onerosi. Per questo è stucchevole continuare a scaricare su altri le proprie responsabilità, anziché di continuare a parlare a sproposito del passato, Formia  esprima chiaramente quali sono le sue idee per Mazzè, ma purtroppo a mio parere c’è un’assenza di strategie e obbiettivi per lo sviluppo del paese”.

Un j’accuse non inatteso, per la carità – già nel 2015 Anzola, con il consigliere di maggioranza Marino Franchino, aveva presentato una serie di emendamenti al bilancio dell’epoca, tutti respinti – ma che non poteva non provocare la reazione del sindaco. Sentite un po’ qua.

Gli avevo proposto l’assessorato e l’ha rifiutato – incalza Formia, che si dice rasserenato dalla decisione assunta da Anzola -. Allora gli avevo chiesto di entrare nella commissione per il piano regolatore e non l’ha accettata...”.

Anzola è sempre stato latitante e in tre anni di mandato forse l’avrò visto un paio di volte. In Consiglio veniva una volta su tre forse per far si che non decadesse il suo incarico e così gli ho tolto la delega. Probabilmente ha deciso di uscire dalla maggioranza dopo aver saputo del provvedimento preso nei suoi confronti” aggiunge Formia, che prosegue: “Sono rammaricato per questo suo comportamento perchè credo di essermi sempre comportato correttamente con lui. Trovo ridicolo uscire dalla maggioranza per aderire ad un altro gruppo. Sarebbe stato più corretto dimettersi e stop. Ma del resto saltare da una poltrona all’altra è una brutta abitudine dei politici. Ora Anzola critica il bilancio e il piano regolatore ma non ricorda che proprio le basi per la realizzazione dello strumento urbanistico erano state prese da lui durante il primo mandato dell’allora sindaco Teresio Comerro. Io, all’epoca, ovvero due mandati fa, ero in minoranza. Per quanto riguarda le accuse sul bilancio, anche qui, mi tocca ricordargli come le nostre aliquote Imu siano mediamente basse rispetto agli altri comuni delle nostre dimensioni. Comunque se vuole parlarne in consiglio comunale lo faccia pure. Ribatterò punto su punto. Però deve essere presente...”.

 

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MAZZÈ. Santa Clelia, il coraggio dei 40 anni

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Qualche tempo fa l’avrebbero bollato come “il coraggio dell’incoscienza”. Oggi, con i tempi che corrono e i social che impazzano, sarebbe un bell’esempio di una scelta fatta con il cuore. E giusta. Per una storia da metterci “like” come se non ci fosse un domani.

Sergio Dezzutto, diciotto anni fa, era un tecnico informatico in carriera, un po’ stanco ed un po’ annoiato della sua professione.

Gabriella Piras, sua moglie, era la gelataia di Mazzè, titolare dell’Angolino praticamente da sempre. Stufa, anche lei, di un mestiere che la impegnava tutti i giorni e che dava poche soddisfazioni. Arrivati alla soglia dei quarant’anni hanno fatto quello che molti, se non tutti, vorrebbero fare. Coraggio permettendo.

Mollare tutto per rifarsi una vita.

Eh sì – sorride Gabriella Piras, seduta al fresco della sua cantina, davanti a fotografie e quadri alle pareti a testimoniare la bontà di quella scelta -, abbiamo avuto coraggio. Ma in realtà è stata la vita a scegliere per noi…”.

Correvano gli anni Novanta quando, ai coniugi Dezzutto si presentò la carta giusta: rilevare la storica azienda vitivinicola “Santa Clelia” di Mazzè.

Quando mancò il proprietario ci offrirono questa opportunità e non ci pensammo due volte – ricorda, con soddisfazione, Gabriella Piras, mentre gli occhi s’illuminano di gioia -. Facemmo un’offerta e rilevammo l’azienda. Nè io, nè mio marito avevamo esperienza nel settore: i vecchi del paese ci dicevano che eravamo dei folli, ma grazie al loro aiuto, ai loro consigli e ai loro insegnamenti iniziammo ad imparare”. E a studiare. “Ci iscrivemmo io e mio marito alla facoltà di agraria – ricorda -. Conoscemmo un tecnico della Regione Piemonte che curava una vigna sperimentale a Caluso. Diventammo amici, ci diede molti utili consigli e iniziammo a rimboccarci le maniche..”.

Dal dire al fare c’è di mezzo il mare che, in questo caso, sono dodici ettari di vigna da coltivare, curare e amare, per produrre una media di settanta mila litri di vino l’anno, dall’Erbaluce al Passito, dallo spumante al Canavese rosso e rosato. Vini che raggiungono le tavole di tutto il nord Italia, di Germania e Francia, ma anche degli Stati Uniti d’America.

Nell’azienda oggi lavorano moglie, marito e un dipendente part-time. Durante le tre settimane di vendemmia sono invece una dozzina i ragazzi che salgono e scendono con cesti carichi d’uva dalle colline di Mazzè fino a Regione Rossana 7, dove ha sede la “Santa Clelia”. Qui a settembre la vendemmia è vissuta come una festa: giornate di porte aperte alle famiglie, escursioni sui sentieri per le vigne, pranzi, buon vino e tanta allegria.

Il lavoro è faticoso ma è la nostra missione – sorride, entusiasta, Gabriella Piras, mentre spiega che l’ultimo passo dell’evoluzione dell’azienda è la produzione del vino biologico, il cui ingresso sul mercato è ormai imminente -. Per noi il ritorno alla terra, all’agricoltura, alla campagna è stato un passaggio obbligato della nostra vita. Ma in realtà dovrebbe esserlo per tutti: in fondo curare un’azienda agricola non lo si fa solo per sè, ma anche per il territorio. Noi siamo contadini a 360 gradi: tagliamo i boschi, manteniamo le strade vicinali, ripuliamo i fossi…”.

Una pioggia di “like”, per Sergio e Gabriella, oggi sì è quasi dovuta…

 

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MAZZÈ. Uccide il cane a martellate per ‘sfogare stress’, condannato

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Carabinieri

Un operaio di Mazzé, nel Torinese, è stato condannato questa mattina in tribunale a Ivrea per aver ucciso il proprio cane. L’uomo, che aveva perso il lavoro, si era accanito sull’animale tagliandogli la gola e prendendolo a martellate per “sfogare lo stress”. L’episodio risale al maggio del 2014. Un vicino, richiamato dai lamenti del cane, un meticcio di grossa taglia, aveva chiamato i carabinieri. La settimana dopo il caso, diverse associazioni animaliste manifestarono a Mazzè contro il proprietario del cane. Il giudice ha condannato l’uomo a quattro mesi di reclusione.

 

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